mercoledì 24 marzo 2010

Istanza per la salvaguardia della colonia Unes-Enel


Istanza, definitivamente completata dallo scrivente, per la parte storico-documentaria, il 13-8-2009 ed inviata alle autorità competenti dal "Comitato civico salvaguardia ex colonia UNES e Lungomare" il 18-9-2009 (primo giorno delle attività demolitorie dell'edificio, già previste per gli inizi dello stesso mese di settembre)*, pubblicata nel sito : http://www.genitor.it/istanza/ExUnesEnelIstanza.pdf

Al Ministro dei Beni culturali
Dr. Sandro Bondi
Via del Collegio Romano 27
ROMA
Al Direttore Regionale ai beni culturali
Al Soprintendente ai beni culturali di Ancona
OGGETTO: SALVAGUARDIA DELLA COLONIA UNES-ENEL DI SENIGALLIA
ISTANZA AL MINISTRO E AL SOPRINTENDENTE, IN ESITO AL CONVEGNO PUBBLICO DEL 30 LUGLIO 2009
I sottoscritti, visto l’articolato dibattito cittadino, l’interesse degli organi di stampa locali e nazionali(Panorama, Libero, Il Manifesto, Corriere della Sera, Radio Radicale) e l’esito del convegno che si è svolto a Senigallia il 30 Luglio 2009 sulla questione in oggetto, nel quale grazie all’apporto di qualificati specialisti della ricerca storica e architettonica si è dimostrato che il suddetto edifico è un luogo della storia in quanto teatro di rilevanti vicende sociali, politiche ed umane dell’intera collettività nazionale sintetizzabili nei seguenti profili:
1) una sede ufficialmente destinata a "campo di concentramento" nazi-fascista dalla Repubblica Sociale Italiana, prigione per padri di renitenti alla leva e luogo di umiliazione per ebrei e slavi detenuti per settimane o mesi in attesa della deportazione in Germania; in questo contesto la struttura fu altresì teatro del dramma umano della famiglia del presidente della comunità ebraica di Gorizia, Attilio Morpurgo, che qui - come narra nel suo diario - ha visto segregare anche il proprio figlio Gaddo, poi dirottato verso la fucilazione di Forlì;
2) un Ospedale Militare Territoriale dove vennero curati o trovarono la morte tanti soldati dell’Esercito Italiano ed Alleato, per lo più trasferiti dalla pista di atterraggio di Marotta o sbarcati nel limitrofo litorale;
3) la sede dell’IRO (International Refuge Organization), creato dalle Nazioni Unite per ospitare soldati apolidi di diversa etnia e religione, nella quale sede si distinse il commissario Ferdinando Li Donni, futuro questore di Palermo e fondatore della locale sezione antimafia, nonché dirigente della Criminalpol italiana;
4) un edificio, con strutture originarie e interni sostanzialmente integri (uffici dirigenziali, scalone marmoreo, cucina, ingressi incorniciati delle camerate, scala a chiocciola metallica), inaugurato nel 1935 dal principe Umberto di Savoia, futuro re d’Italia, confrontabile con altre presenze coeve di stile razionalista come, fra le altre, la Rotonda marina e la "Nuova Gioventù", recentemente restaurate e il Cinema Teatro Rossini oggetto di lavori di restauro;
5) una pionieristica sede elioterapica per figli di lavoratori realizzata nel periodo della prima industrializzazione degli anni Trenta e fruita per un cinquantennio da una miriade di ragazzi ed assistenti;
RITENUTO
che i luoghi della memoria nonché gli esempi significativi dell’architettura del Novecento italiano non devono essere cancellati;
INCREDULI
ed in netto disaccordo con l’operato della Soprintendenza ai beni culturali di Ancona alla quale è d’obbligo domandare come abbia potuto, con evidente contraddittorietà e sorprendente celerità, non tutelare la colonia Unes-Enel sorvolando sull’insieme dei rilevanti profili di interesse culturale e storico qui menzionati, soprattutto in raffronto con la tutela giustamente applicata alla vicina ex Colonia Miliani – Fabriano nonché alla limitrofa ex Gioventù Italiana;
AVVERSI ALLA
autorizzazione già concessa dal comune di Senigallia alla demolizione del complesso architettonico in assenza di piano di lottizzazione approvato, e suffragati da ampia motivazione circa l’interesse pubblico a che tale struttura, previa tutela a norma di legge, sia mantenuta nella sua sostanziale integrità originaria, adeguando a tale precipuo interesse generale le soluzioni progettuali di riqualificazione dell’area.
RIVOLGONO ISTANZA
Al Ministro dei Beni Culturali, al direttore Regionale ai beni culturali, Al soprintendente ai beni culturali e alle altre autorità competenti affinché siano immediatamente fermati gli interventi di demolizione dell’immobile e sia svolta una tempestiva ed appropriata azione amministrativa volta ad adottare i provvedimenti necessari alla tutela del monumento, al pari di quanto è già avvenuto per le limitrofe colonie della Gioventù Italiana e Miliani-Fabriano.
Senigallia 18/09/2009 Comitato Civico salvaguardia ex Colonia Unes e Lungomare

ALLEGATO DOCUMENTARIO
Note ai punti dell’Appello in sequenza

1) riguardo al "campo di concentramento"

a) ATTILIO MORPURGO - GINA VITERBO, Diario. Il manoscritto. Il racconto di un uomo in fuga che interroga Dio e invoca il ritorno del figlio più amato, a cura di Andrea Morpurgo (da «Diario del mese», 21 gennaio 2005). Pubblicato su Internet.
b) Con una e-mail del 12 giugno 2009, cortesemente indirizzata ad Ettore Baldetti, la dott.ssa Liliana Picciotto, storica della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, in base alle fonti ivi depositate, comunica: "il 4 gennaio comparve un altro ebreo, E. Foà", che si andò ad aggiungere al giovane Gaddo Morpurgo, già presente fin dal " 7 dicembre 1943, a soli 7 giorni dall’ordine di arresto della Repubblica Sociale Italiana", da non confondere con Emilio Foà, che invece, sulla base selle informazioni del diario di Attilio Morpurgo e della testimonianza della figlia Sara, venne rinchiuso in marzo nell’ex colonia UNES.
Ubaldo Bozzi, renitente alla leva il cui padre venne richiuso come ostaggio agli inizi del 1944 per alcuni giorni all’interno dell’edificio, ha affermato che venne segregato all’ex UNES anche un giovane della famiglia ebrea Carcassoni di Senigallia, già residente nel Corso Vittorio Emanuele III, attuale Corso 2 Giugno (Intervista del 15-6-2009 ad Ettore Baldetti).
Quindi oltre ad alcuni genitori di potenziali disertori, come dichiarato da Ubaldo Bozzi, almeno 3 ebrei (Gaddo Morpurgo, E.Foà ed un Carcassoni), sulla base delle attuali informazioni, vennero temporaneamente rinchiusi nel "campo" di Senigallia fra il dicembre 1943 e il febbraio 1944.
c) Natale Diamantini, figlio del custode, ha dichiarato di avere assistito da ragazzo all’azione di infliggere pedate da parte di un fascista ad un anziano ebreo che non si affrettava a salire la scalinata esterna dell’ex colonia (intervista del 15-6-2009 ad Ettore Baldetti).
d) Sara Foà, detenuta nell’ex UNES ed ancora vivente in Israele, afferma che gli internati, pur essendo trattati "benissimo", non potevano uscire liberamente e vivevano nell’ansia, perché temevano di essere trasferiti in Germania, anche perché si vociferava che altri fossero già stati deportati (intervista telefonica rilasciata ad Ettore Baldetti il 26-7-2009). Da questa fonte orale, dal diario di Attilio Morpurgo e dai documenti dell’Archivio Storico di Senigallia, si deduce dunque che nei mesi di marzo-giugno erano trattenuti all’interno del "campo di concentramento" di Senigallia 7 ebrei e 4 slavi.
e) Archivio Storico del Comune di Senigallia, busta n. 557: documenti pubblici in cui si dimostra la destinazione dell’edificio a "campo di concentramento"
f) GILBERTO VOLPINI Una città in guerra. Senigallia 1943-1944 (Collana "Storia Italiana"), Edizioni Codex, Milano 2009. Alle pagine 49-50 l’autore scrive che il 14 settembre 1943 ci fu un arrivo massiccio di militari tedeschi in città, ed il 15 il comandante delle forze di occupazione tedesche Streitenfeld faceva affiggere un primo manifesto dove invitava la popolazione ad eseguire gli ordini impartiti. Volpini osserva che i tedeschi si appropriarono, già in questi primi giorni di occupazione, della colonia UNES, in quanto il 16 il podestà dichiarava ciò al prefetto, lamentando altresì di non poter usare questa colonia per gli sfollati (Archivio Storico di Senigallia, busta n.557).Nella fotocopia seguente: pp. 62-63.
g) LILIANA PICCIOTTO, Il libro della Memoria. Gli Ebrei deportati dall’Italia (1943-1945), Milano, Mursia, 2002, p. 900: tali strutture di prima segregazione e smistamento erano ubicate "per la provincia di Ancona, presso la colonia marina UNES, a Senigallia sotto la sorveglianza di Carabinieri e Polizia".

2)

a)Articolo di Umberto Veroli ("Vivere Senigallia", quotidiano on line e Messaggero-Ancona del 9-5-2009, p. 47 "Ex-Enel.Vi spiego perché bisogna fermare le ruspe"
b) Natale Diamantini figlio di Domenico, custode della colonia UNES: "Ero un ragazzo, sono nato nel 1930. Mi ricordo che quando la colonia era utilizzata come Ospedale Militare Territoriale, le navi si fermavano al largo della colonia e con zatteroni trasportavano i feriti, anche congelati, i morti erano depositati nelle cantine "avvoltolati", di notte quando si staccava la corrente andavo giù per riattaccarla e ci inciampavo, provando molta paura" (intervista del 15-6-2009 ad Ettore Baldetti).
Fonti fotografiche in "Senigallia. I luoghi della gente", a cura di Giorgio Pegoli, I, II (I luoghi della gente, 4, 5), Andrea Livi Editore, Fermo 2000, 2003, I, pp. 266, II, pp. 258,
Ospedale militare foto sulla scalinata esterna
Visita della principessa Maria Josè di Savoia

3) Vedi articolo di Veroli su "Vivere Senigallia", cit., (www.viveresenigallia.it)
e "intervista del 15-6-2009 ad Ettore Baldetti"

4)

a)Fonti fotografiche in "Senigallia. I luoghi della gente", a cura di Giorgio Pegoli, II (I luoghi della gente, 5), Andrea Livi Editore, Fermo 2003, II, p.245, e in Archivio Umberto Veroli (esterni originari, scalone marmoreo, camerate, ufficio dirigenziale, cucina)
confronto foto originarie e attuali (in tratteggio le superfetazioni)
b) confronto con Ex Colonia Miliani-Fabriano
(sottoposta nel 2004 a tutela indiretta dalla Soprintendenza di Ancona)
c) Interni
Scalone
Camerata
Ufficio dirigenziale
Vano Cucina
d) Inaugurazione del 1935 con intervento del principe Umberto di Savoia, futuro re d’Italia, e intitolazione alla sua ultimogenita Maria Pia.

5) Colonia marina - Foto storiche (Archivio Veroli)

a) Fermata straordinaria del treno per uso della colonia. Tale circostanza sarà un fattore determinante per la scelta del sito come campo di concentramento, in quanto immediatamente collegato con la linea ferroviaria.
b)Bambini in spiaggia




NOTA ALLA PREFAZIONE ESPLICATIVA
*) Cfr. : e-mail inviato da Luciano Chiappa, coordinatore del suddetto Comitato Civico, a Ettore Baldetti, domenica 9 agosto 2009,

"fammi avere il prima possibile le note di accompagnoall'appello.Cavallari ha già pubblicato online le sue riprese delconvegno.noi utilizziamo le riprese fatte da Gambelli che sonofrontali e le metteremo sul nostro sito e su youtube ecc.luciano";



e-mail inviato da Ettore Baldetti a Luciano Chiappa, martedì 11 agosto 2009,

"Caro Luciano. Nel segnalarti l'errore-lapsus nell'allegato dell'appello, cioè Sara Coen da correggere naturalmente con Sara Foà, colgo l'occasione per puntualizzare che quando raccomandavo, nella precedente e-mail, di attenersi strettamente alla forma concordata, implicitamente sottintendevo di non aggiungere nessuna nota polemica o illazione, ma, dove tu lo ritenga utile, di poter semmai limare o attenuare qualcosa. Ritengo poi personalmente necessario, a questo punto, di accelerare i tempi di pubblicizzazione dell'appello, almeno nella forma in cui noi lo abbiamo concepito, altrimenti rischia di venire completamente superato e svuotato di significato dalle novità progettuali. Ciao. Ettore"