martedì 23 marzo 2010

Anche il professor Baldetti si schiera contro la ricostruzione del ghetto

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Pubblicato sul giornale on line "Vivere Senigallia" del 16/01/2008
Letture: 1859
Commenti: 3


Come cittadino, insegnante e cultore di storia, già incaricato in questa veste di assolvere in passato alla funzione di presidente operativo della “Consulta Città Territorio e Ambiente” - poi purtroppo disciolta - e quindi di reggere l’Assessorato alla Cultura, avendo letto la proposta del “Piano Cervellati” di prevedere una zona edificata nella piazza Simoncelli, dove insisteva fino alla metà dell’Ottocento il ghetto degli ebrei, avverto il dovere civico di comunicare il mio disappunto.

dal Professor Ettore BaldettiEx Assessore alla Cultura
EV
Non credo infatti che le note di dissenso ad oggi pubblicate, soprattutto ad opera di esponenti della comunità ebraica, per quanto pienamente giustificate, abbiano ancora interpretato lo sconcerto che arrecano certe decisioni verticistiche e le giustificazioni addotte. La soluzione prospettata per Piazza Simoncelli sembrerebbe opinabile nelle motivazioni, cosiccome riportate dalla stampa, storicamente contestabile ed eticamente inopportuna nonché nociva per ragioni igienico-ambientalistiche. Secondo quanto si legge si sarebbe cioè riempito un vuoto nel tessuto urbano. Ma la presunta lacuna, individuabile solamente in una visione aerea o in un’ortofotocarta, a quale facies urbanistica fa riferimento? All’agglomerato altomedievale evidenziato di recente nell’irradiamento delle vie adiacenti, rispettato dalla ristrutturazione viaria quattrocentesca di Sigismondo Malatesta e così invece nuovamente oscurato? Alla scomparsa cinta muraria duecentesca che in questo sito doveva godere di uno spazio aperto retrostante alla “Porta Marina”? Al perimetro pentagonale roveresco del Cinquecento, del tutto estraneo? Al settecentesco allineamento dei monumentali Portici Ercolani, che dal Foro Annonario copre la vista di piazza Simoncelli a chi percorre il lungo-Misa? Il volume edificato non gioverebbe a nessuna di queste stratificazioni urbanistiche ancora leggibili nel centro storico, semmai precluderebbe o limiterebbe irreparabilmente il piacere di percorrere trasversamente, al ritorno dalla ‘marina’, le piazzette adiacenti “Delle Erbe”, “Del Duca” , ‘Simoncelli’, ‘Roma’, con la loro caratteristica animazione.Né si dovrebbe, come riportato dai resoconti giornalistici, accampare la ragione di recuperare parzialmente una zona del ghetto abbattuta da oltre un secolo, giacché contrasterebbe con due principi fondamentali della storia: la freccia del tempo non torna indietro e ciò che scompare totalmente non si può ricreare se non con una falsificazione; ogni periodo, come si è visto, presenta una sua caratterizzazione, in questo caso c’è l’ ‘annientamento’ otto-novecentesco di una ‘vergogna’ storica, pur ricordata dalla sinagoga, da epigrafi e dai cardini metallici del portale d’accesso. Nella città roveresca gli ebrei vennero dislocati vicino al porto, zona immediatamente minacciata dagli attacchi di flotte straniere o piratesche, in spazi angusti, umidi, fetidi, in cui erano costretti a risiedere. Gli storici, che non idealizzano “mulini bianchi”, sanno che gli spazi interni dei centri medievali erano scarsamente illuminati, sovraffollati, umidi, fumosi, e sostanzialmente insalubri, ma un ghetto ebraico prossimo al mare lo era all’ennesima potenza. Le norme igienico-sanitarie, diffuse fra Otto e Novecento, hanno invece insegnato ad apprezzare gli ambienti aperti, assolati ed arieggiati nonché ad osteggiare la cementificazione. In questa logica si realizzò Piazza Simoncelli, la quale oltretutto contribuisce a garantire una costante quanto caratteristica ventilazione marina alle vie del centro storico, utile per respingere e dissolvere i gas inquinanti risalenti da Viale Leopardi. In ultima analisi la costruzione di Piazza Simoncelli, sgradita alla comunità ebraica, danneggerebbe il tenore di vita delle abitazioni affacciate sulla piazza nonché in generale dei residenti e frequentatori del centro, aumentando altresì i problemi del traffico urbano, e sarebbe priva di valore storico, peraltro recuperabile con la descrizione sul terreno dei perimetri degli antichi edifici, come nell’esempio parigino della Bastiglia. Produrrebbe quindi solamente un immediato giovamento economico nella vendita del suolo e dei vani abitabili interni, ma costituirebbe un danno per il futuro della città.
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Re: Anche il professor Baldetti si schiera contro la ricostruzione del ghetto
di maddeche del 15/01/2008 ore 18:56:22
un contributo al dibattito di rara bellezza e competenza
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Re: Anche il professor Baldetti si schiera contro la ricostruzione del ghetto
di Brenno del 16/01/2008 ore 10:53:03
Ma davvero la proposta di ricostruire il ghetto viene presa sul serio?Perché io credevo fosse una Boutade in quel libro dei sogni irrealizzabili del piano Cervellati.Vuoi vedere invece che, poiché siamo a Senigallia e si vive di oneri di urbanizzazione, l'unica cosa che si metterà in pratica del piano sarà l'edificabilità di piazza Simoncelli?Vuoi vedere che tutto il piano è stato fatto solo per potere guadagnare soldi costruendo in centro nelle piazze (gli unici posti disponibili)?Sto farneticando o devo preoccuparmi?
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Re: Anche il professor Baldetti si schiera contro la ricostruzione del ghetto
di Anonimo del 16/01/2008 ore 10:30:12
bravo professore! condivido tutto l'intervento!secondo me se l'intento di cervellati di cementificare il ghetto si realizzerà, avremo solamente un altro brutto palazzone per stra-ricchi in mezzo alla città, che ne verrà sfigurata.per sottolineare la presenza in passato del ghetto basta la "descrizione sul terreno dei perimetri" degli antichi edifici.questi inviterebbero a riflettere i passanti tutti i giorni su una vergognosa realtà per fortuna passata.--babel-zeta